Rubrica a cura di Mario Greco

ÁNGEL DE LA CALLE

RITRATTI DI GUERRA (001 EDIZIONI)

di Mario Greco

Se c’è un autore capace di piegare le forme del linguaggio del fumetto verso quell’essenzialità che, senza né filtri né retorica, restituisce una visione pertinente dell’impegno sociale e della pietas umana del periodo più recente della storia, questi è proprio Ángel De La Calle.
In Ángel De La Calle, la lezione dei Greci, fatta di quotidianità, di narrazione di eventi, con il senso pagano e non triste, della vita e della morte, si mescola con l’altra lezione contemporanea, ma atroce e funesta, della guerra e della Resistenza.
Ma procediamo per gradi, l’opera su cui ci soffermeremo in questo numero è Ritratti di guerra, edito in Italia dalla casa editrice 001 Edizioni. Ritratti di guerra costituisce insieme con il precedente Tina Modotti. Una donna del ventesimo secolo (001 edizioni, 2008) un altro tassello importante della trilogia su cui De La Calle sta lavorando e che attraversa il periodo che va dagli anni ’20 agli anni ’80.
Come il precedente, questo suo romanzo grafico è di ampia mole, affollato di personaggi, scritto con prosa sicura e corrosiva e senza alcuna reticenza.

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CISCO SARDANO

L’IRRACONTABLE FREACK ANTONI (BECCO GIALLO)

di Mariarita Burgio

L’irraccontable Freak Antoni è un volume a fumetti di Cisco Sardano (Becco Giallo edizioni, 2018), che rievoca alcuni momenti salienti della vita del leader degli Skiantos, dalle scorribande giovanili con l’amico di sempre Andrea Setti (al secolo Jimmy Bellafronte), alla passione per i Beatles (che saranno oggetto della sua tesi di laurea con Gianni Celati), dagli improbabili esordi della band alle dissacranti performance della stessa, dal suo rapporto con Andrea Pazienza al racconto, in prima persona dell’autore, che scrive di quella volta che ho conosciuto quel gran figo di Freak.
Il fumetto procede per frammenti di vita e per citazioni, raccolte dallo stesso Freak in un Vademecum dei luoghi comuni sugli artisti e qui riproposte per dar voce a quel concentrato di arguzia che era Roberto Antoni, personaggio rivoluzionario, dissacrante, autoironico ma eroico nel veicolare, attraverso il suo non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti, quel messaggio di pietas di chi accetta stoicamente la sconfitta, consapevole e/o speranzoso che prima o poi la storia ci darà ragione.

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KABI NAGATA

LETTERE A ME STESSA (J-POP)

di Francesca Scotti

Un intrico di pensieri e solitudine, forme di spaesamento, difficoltà a comprendere la propria essenza, la propria identità, il senso, l’amore e il disprezzo, il corpo e il desiderio. Emozioni, obiettivi, ricordi, avvenimenti che angosciano, invadono, distraggono e che non si riescono a condividere. Talvolta tenere un diario, provare ad annotare questo mondo interiore, cadenzandolo sulla pagina può aiutare. Può essere benefico e può anche diventare una forma di espressione artistica da condividere. La mangaka Kabi Nagata, classe 1987, con il suo lavoro e in particolare con Lettera a me stessa, uscito per J-pop ed., nel 2020, ha fatto qualcosa di simile. Già il suo esordio La mia prima volta, accolto con entusiasmo dal pubblico e dalla critica (miglior manga ai Crunchyroll Anime Awards del 2017 e all’Harvey Award 2018) era un’opera autobiografica nella quale raccontava la propria vita privata, la complessità delle relazioni, le sue fatiche per trovare e mantenere un lavoro, la scoperta della sessualità, la convivenza con forme di depressione all’interno di una famiglia carica di aspettative e di una società, come quella giapponese, che esercita spietata la sua pressione conformista.

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